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  • È “il raccolto” di un percorso tormentato e sofferto, dove la rabbia ha portato alla luce la parte interiore di me, mostrandomi l’uscita dalle tante gabbie mentali che, in alcuni casi, il passato induce a costruire per auto- difesa. Un “raccolto” su un terreno coltivato con la passione per la vita col sorriso sulle labbra, nonostante le sventure, le cadute e gli ostacoli. Un “raccolto” di: “aspiranti” poesie, dediche e riflessioni, in cui gli Angeli mi hanno fatto sentire la loro presenza nei momenti più difficili, quando stavo per mollare. E in quei momenti, in cui si ha bisogno “d’un sogno forte e grande” che restituisca la grinta per non arrenderci ad una utopica e scontata… sorte.
  • Un barman, un uomo ed una donna misteriosa. E un cocktail. Unico e vero motore degli eventi.
    "Cosa ti faccio ragazzo?" "Il solito..." "Lo dici in modo strano..." "Vorrei che tu lo faccia buono come la prima volta..." "Perché?"... "Perché è l'ultimo che berrò, dopo di esso non me ne dovrai fare più..." "Sei sicuro?" "No. Ma ci devo provare...devo uscirne fuori altrimenti..." "Altrimenti cosa?" "Non lo so di preciso ma non sarà bello...non lo sarà per nessuno..." "Così mi fai paura." "Io ce l'ho già addosso la paura...mi è entrata dentro e non ne vuole sapere di andare via ed ha il volto di una donna..." "Questa è ossessione..." "Non so cosa sia...ma una cosa è certa..." "Cosa?" "Mi sta distruggendo. Piano. Da dentro. E ho paura...".
  • Dapprima un tentativo di strangolamento non andato a buon fine, quindi una risolutiva spinta dal balcone del terzo piano ha spento la vita di Manuela Licitra, una quarantenne locale nata da genitori siciliani. Un omicidio apparentemente inspiegabile data l’esistenza asettica della donna, nubile e la cui unica preoccupazione è accudire la madre malmessa e vedova da troppo tempo. Questo è il preludio del nuovo enigma che incarta e scombina i pensieri di Giulio Fantini, farmacista per hobby e sagace investigatore all’occorrenza che non disdegna gli ammiccamenti appetibili del nuovo vicequestore di Chieti anche se la sua ferma volontà è riconquistare il cuore di Claudia da cui sta aspettando un figlio. E così entrambi, poliziotto e farmacista, iniziano ad indagare sulla regolare e regolata presunta quotidianità della vittima...
  • Un evento inimmaginabile coglie di sorpresa il mondo e lo sconvolge: finisce l’inverno, arriva l’equinozio di marzo ma della primavera non c’è traccia. Niente gemme, niente foglie, niente fiori. Passano i giorni, le settimane, i mesi e nulla cambia. Siamo fermi al 30 febbraio, alla data che il calendario rifiuta. Si va in cerca della primavera perduta nelle creazioni che il tema ha ispirato nell’arte, nella musica, nella poesia. In un mondo aggredito da guerre, catastrofi ecologiche, degenerazione climatica, proliferazione di armamenti atomici si ipotizza un rapporto fra queste realtà e la paralisi stagionale. Ma di fronte al fenomeno la scienza è impotente, almeno fino a quando si prospetta finalmente un filo di speranza. Esile, precario, ma non c’è altro cui aggrapparsi...
  • Trascurabili tracce di vita è un romanzo breve che mescola vicende di vari personaggi coinvolti in un terribile incidente stradale a Selva Adriatica, una fantomatica città del centro Italia. Sono vite a perdere, spesso drammatiche, o meglio, come recita il titolo del libro, sono trascurabili tracce di vita che compongono un affresco crudo, ma al tempo stesso surreale e delirante, della difficoltà dell’esistenza nella società attuale. Sono L’ambiguità, la doppiezza del comportamento, la violenza psicologica a dominare sotterraneamente ogni azione dei vari protagonisti. È spesso la musica pop anni 70 e 80 a trascinare ciascuno in mondi paralleli strani e inquietanti, per compensare le carenze affettive di ogni protagonista o per rendere più accettabili le proprie insoddisfazioni. Lucarini ci fa annegare nel suo universo tragicomico, atroce e surreale al tempo stesso, facendoci spesso perdere riferimenti spazio temporali certi.
  • Parlare di Lera vuol dire parlare di passione poetica. La raccolta tra l’essere e l’apparire crea le basi di un linguaggio aulico atemporale adatto a tutte le generazioni e rivolto a tutte le epoche che fa intravedere percorsi non solo poetici da tempo cercati ma soprattutto terapeutici. La ricerca della metafora oscilla tra l’Essere e l’Apparire disvelando un mondo di complessità (con Odi più strutturate) e semplicità (con Odi più elementari che), laddove lo scrittura è un modo per dire ciò che non si riesce ad esprimere in altro modo, attraverso quei contrasti esistenziali che tengono insieme sguardi muti e cuori galoppanti, respiri ansimanti e fresche carezze.
  • Il termine violenza non deve fare subito pensare ad atteggiamenti e/o comportamenti violenti, seppur costituiscono la forma più visibile, perché vi sono delle condotte, dei modi di fare, che seppur non lasciano lividi visibili sul corpo sono però più pericolosi perché colpiscono il cuore, l’anima della donna. L’amore ti riempie il cuore non te lo spezza continuamente. L’amore è sincerità, è rispetto, è protezione, è difendersi, è prendersi cura l’uno dell’altro, ma è soprattutto presenza. Tutto il resto non è amore, tutto ciò che Monty ha vissuto le ha fatto cambiare idea sull’amore dandole la forza di allontanarsi da quell’uomo, da quel sentimento così forte, così bello, inebriante ma così tossico e devastante al tempo stesso.
  • Volete venire in giro per il mondo insieme a me? Scopriremo posti meravigliosi e i loro abitanti. Prenderemo aerei, navi, treni, ogni tipo di mezzo, comprese le nostre zampette. Vi va di camminare un pochino? Ne varrà sicuramente la pena! Percorreremo i continenti in lungo e in largo, alla scoperta delle più grandi città del mondo, ma anche di quei posticini nascosti, che custodiscono la loro bellezza lontano dalla confusione delle grandi metropoli. Andiamo, non perdiamo altro tempo, il viaggio è lungo!
  • La cattedrale di S. Tommaso Apostolo, la piazza antistante, sede del mercato cittadino, Corso Matteotti con i suoi palazzi più importati, il Castello con la sua monumentalità e la sua imponenza, l’Orientale, il Palazzo Farnese, la piazzetta del pesce e la Piazza Plebiscito con il fossato verso il nord, racchiudono come in un abbraccio, nel loro insieme, la realtà del quartiere storico originale della Città di Ortona. All’interno di questo “abbraccio” permanevano tracce significative che avevano formato le abitudini e i costumi caratteristici locali. In questo ambito hanno trovato spazio senza interferire negativamente, ma integrandosi fra di loro in modo emblematico, le attività storiche della Città di Ortona. Quando si percorre la Via dei Pescatori, chi è capace di lasciarsi andare alla sensibilità, sente ancora le tipiche frasi dei pescatori, il loro vociare forte e diretto, che rimaneva lontano ed avulso dalla signorilità di chi abitava sul Corso Matteotti o sulla Piazza. C’era nel quartiere una realtà urbanistica dei naviganti, dove le loro famiglie, guardando l’orizzonte mutevole dall’Orientale, potevano vedere la lontananza dei loro cari. La forte presenza della realtà contadina si era ricavata il suo spazio funzionale, le loro case tipiche avevano negli ingressi il posto dove commerciare giornalmente i prodotti della terra, le bottigliette con il vino appese all’esterno erano un richiamo esplicito. Anche i commercianti avevano la loro rilevante e significativa presenza che da Palazzo Farnese a Piazza Plebiscito custodivano il margine sud del quartiere. Gli artigiani con le loro attività rappresentavano una forza vitale, la maestria incontestata di personaggi notati di evidenti capacità ha formato generazioni di professionisti. Gli artisti poi, avevano una presenza diffusa e significativa con una funzione di collante dell’intero Quartiere che viveva intorno e della presenza forte e unica della Cattedrale di S. Tommaso Apostolo. La sfortuna volle che il fronte bellico con la sua mortale distruzione soffermò il suo alito su quella delicata ma indimenticata realtà. Maledetta Guerra!
  • Dall’atmosfera solare e salmastra di Napoli ai paesaggi montani del Trentino: questo il percorso geografico nel quale si snodano gli avvenimenti di Tante piccole bugie. Anna e Fara, amiche per la pelle dai banchi del liceo, appena finita l’università vengono contattate da un’azienda di Renon. Abbandonano così le sicurezze e gli affetti familiari per trasferirsi al nord. Il loro ingresso nel mondo del lavoro e nel nuovo paese è accompagnato dall’inevitabile bagaglio di speranze e di incertezze, di esperienze e di incontri, che la vita porta con sé. Come riconoscere, allora, gli amici dai nemici? I sentimenti veri e quelli fasulli? Potrà la verità prevalere sulla menzogna, sulle tante piccole e grandi bugie disseminate ora in buona ora in cattiva fede? Un’inspiegabile sparizione tingerà di giallo e di mistero la trama, rivelando infine, in maniera inequivocabile, la linea sottile, ma netta, che divide l’essere dall’apparire. Occorrerà un animo davvero coraggioso e tenace per combattere contro la falsità e la corruzione, per fare luce su una realtà marcia e spietata.
  • Esperienze di vita, gusti sessuali e passioni vissuti a Milano con apparente normalità si riveleranno nel tempo segni premonitori di un vortice di perdizione e irrazionalità in cui cadranno sei amici. Una ricerca li porterà a raggiungere le montagne della Val Venosta e un castelletto sul lago di Resia. Totalmente soggiogati dal mistero che si cela tra le mura di quella residenza, si consumeranno tra loro momenti di piacere assoluto ai limiti di una violenza di cui non avranno consapevolezza. Malefiche melodie sprigionate da un pianoforte li porteranno in breve tempo a viversi sulla sottile linea di confine tra godimento e dolore, tra eros e morte come fossero in equilibrio precario sulla lama tagliente di un coltello. Una macabra presenza cercherà di aiutarli. Una storia impensabile che s’incastra tra i meravigliosi paesaggi di un luogo suggestivo e si aggancia ad un fatto di cronaca realmente accaduto, un grave incidente, una sola donna sopravvissuta, una leggenda che diventa incubo. Un thriller erotico che si rivela poco a poco, pagina dopo pagina, in cui ogni dettaglio gioca un ruolo importante e nulla è lasciato al caso.
  • Questo libro riporta la storia di Crecchio, piccolo e sperduto angolo del mezzogiorno d’Italia in Provincia di Abruzzo Citeriore, storia scritta dai suoi amministratori nei primi sessant’anni del XIX secolo. Su di essa si riflette la grande storia plasmata dalle monarchie europee in particolare quella del Regno delle due Sicilie in cui il paese era giurisdizionalmente ricompreso. I protagonisti sono i cittadini e loro rappresentanti nonché i difficili rapporti burocratici avuti da questi ultimi con le istituzioni civili ed ecclesiastiche. Capitoli di questa microstoria sono: i conflitti tra sindaci ed arcipreti; l’imposizione continua di balzelli di ogni tipo che angustiavano permanentemente la povera gente; i luttuosi eventi provocati dalle epidemie; il contrastato restauro della antica chiesa parrocchiale; le ripetute rifusioni della campana grande della chiesa matrice; i ricorrenti lavori di manutenzione e riparazione delle poche strade pubbliche esistenti occasioni di lavoro e di salario per i poveri e gli indigenti; l’endemica insufficienza di cibo; le difficoltà burocratiche incontrate per la costruzione di una strada rotabile ideata da illuminati amministratori per togliere dall’isolamento il paese situato su un colle dalle “straripevoli ripe”; il coinvolgimento della popolazione nel fenomeno del brigantaggio che tanto ha travagliato a più riprese le popolazioni del meridione d’Italia ed infine l’angosciato passaggio dalla monarchia borbonica a quella sabauda.

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