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  • Si piange e si ride con Odorisio, in questa raccolta di racconti a tratti esilarante, a tratti commovente, soprattutto trasgressiva, fuori da ogni regola, ma lui se ne frega, è irriverente questo regista, sceneggiatore, scrittore, ma soprattutto uomo. Ed è proprio la sua umanità che emerge tra le righe dissacranti di questo scritto. Non fa sconti, non scrive per compiacerci, scrive per raccontarci la verità, in una scorribanda divertita e spietata. E poi quella donna, la Moglie del Capitano... Una verità, la sua verità, di un mondo che sembra si possa toccare, sentirne i sapori, gli odori, la musica, tutto sembra vivo intorno a noi, dentro di noi. Le fantasie dell’io narrante sono le nostre stesse fantasie, anche le più vergognose. Solo che lui ha avuto il coraggio di raccontarle, addirittura di scriverle. Ha esagerato? Sì, probabilmente sì! Ma lui è Odorisio, lui può! E noi? Noi possiamo leggerlo. E ritrovare noi stessi. E alla Moglie del Capitano piaceva fare l’amore...
  • Può un amore durare nel tempo e nello spazio? Può mantenere fedele la promessa di eternità? Il romanzo ci immerge, con garbo e lucidità narrativa, nel mondo di Mia, protagonista insieme a Marcello di una storia d’amore vissuta di attimi fugaci, passionali e teneri. La fuga dal contingente, beata e felice riporterà, ben presto gli amanti a dover fare i conti con una realtà ben più complessa ed articolata di un sentimento forte e appassionante come l’amore. Quando Mia comprenderà che il legame è impossibile nascerà in lei una profonda conflittualità emotiva, divisa fra il desiderio di una relazione stabile irrealizzabile e la volontà di volerla, comunque, vivere come tale. È un viaggio introspettivo nel quale Mia affronterà, fra numerosi dubbi e incertezze, il grande amore della sua vita fatto di assenze che pesano, di desideri e aspettative mal riposte. Non le basterà il multiverso creato da Marcello nel quale convivere serenamente, spensierati, innamorati e svincolati da condizionamenti e retaggi sociali che ne possano, in qualche modo, limitare la felicità. Questo sarà il suo viaggio più difficile, quello dell’anima alla ricerca di sé stessa.
  • Sono storie di vita, vissute a diverse latitudini, diverse età, diverse temperature. Il rispetto dovuto ad ognuna di queste, il non voler dimenticare nessuno, il voler incidere il dolore di ogni migrante sul soporifero e ovattato ego cosciente di noi “megliostanti”, fa sì che venga fuori una storia di testimonianze crude, e scevre da contorni narrativi baroccheggianti e narcisistici. Il denominatore comune è la costante ricerca di una migliore condizione economica, ma fra dissensi etici e ideologici l’unica vera costante è la morte, fedele compagna di sempre la cui insaziabile voracità è lo spettro inscrollabile di qualsiasi proiezione futura. L’amore è la chiave che squarcia il buio e apre al futuro, e l’integrazione ne è sicuramente un collante che agevola molti di questi sviluppi.
  • “L’Africa è un gigantesco animale che non è mai rivolto verso il mare, ma questa volta l’evento fu tale che si dovette ogni scoglio voltare”. Una bambina bianca come l’avorio esce dalle onde e viene ritrovata da un pastore indigeno su una spiaggia. Doman, il saggio re dei Goring-haiqua, la cresce come una figlia, ma una profezia minaccia la prosperità e la pace della tribù ottentotta. Se la principessa Teti tornerà a bagnarsi nell’oceano per i popoli africani inizierà un’era terribile di miseria e guerre. Heitsi-Eibib, leggendario eroe degli ottentotti, farà di tutto per salvare la principessa e sottrarla ai desideri predatori del dio del mare Poseidone. Attingendo dai miti africani ed europei, giocando con il conflitto perenne tra l’Africa e il mare, che culmina con il sanguinoso sbarco dei coloni europei, evocato nell’opera dall’apparizione dell’Olandese Volante, il poeta scrive ispirato da un viaggio in Sudafrica e utilizza l’espediente letterario del “manoscritto ritrovato” per inventare una avventura fantastica alla base della nascita di una delle meraviglie della natura: la penisola del Capo di Buona Speranza.
  • Cecilia è una sognatrice, una che guarda il mondo come una porta da cui prima o poi entreranno opportunità, amore e felicità. Ne è sicura. Aspetta il suo momento come un regalo dovuto, e così si batte per ottenere il lavoro dei suoi sogni in un ambito, la pubblicità, che non lascia spazio a timidezza o indecisione. Deve rimboccarsi le maniche e dare il meglio di sé. Cecilia però non è sola, sa di poter contare sui suoi amici, quelli veri, quelli che la conoscono davvero e che crederanno in lei qualsiasi cosa accada. L’amore invece finora l’ha vissuto con inquietudine, la delusione per una ferita ancora aperta la frena, ma si concede attimi di leggerezza e batticuore sognando l’uomo misterioso che incontra spesso in metro e che ogni volta cerca di rincorrere con poco successo. Non esclude però l’idea di rinnamorarsi, di trovare la persona giusta con cui dare inizio a qualcosa di speciale. Quando arriva il suo momento, quando riesce a ottenere ciò che credeva di desiderare in amore e nel lavoro, inizia ad interrogarsi su ciò che realmente conta per lei e un vecchio amico, Giuseppe, le farà rivivere emozioni accantonate nel tempo. Darà ascolto a quelle sensazioni? La felicità si può trovare in treni già passati?
  • Le arti e la bellezza sono un esercizio autoreferenziale destinato agli intellettuali o possono concretamente aiutarci nella vita quotidiana? Esiste una forma artistica colta che possa definirsi autenticamente popolare? L’arte può cambiare il destino delle persone? Può essere un mezzo di sopravvivenza e non solo di sussistenza? Da questi ed altri innumerevoli interrogativi, oltre che da una vita trascorsa nella produzione artistica, è nata, nell’autore di questo libro, l’idea un po’ utopistica che le forme artistiche, sia per il creatore che per il fruitore, o anche per l’interprete nel caso della musica, possano essere una via di fuga essenziale nella nostra esistenza, sempre più circondata da alienazione, mercificazione, volgarità. Ha senso dire che l’arte è il cibo dell’anima? Ovviamente si, ma le arti sono molto di più: piacere, conforto, esempi e ragioni di vita, modi di cambiare il mondo. Molti intellettuali ed artisti del passato si sono chiesti se l’arte potesse essere un mezzo rivoluzionario. La domanda è mal posta, perché le arti sono un utensile che serve all’uomo per esprimere il meglio di sé e la rivoluzione sta proprio qui: si tratta di una rivoluzione interiore che ci permette di essere persone libere. Questo testo non vuole proporsi come disquisizione da esperto ma piuttosto un libretto di consigli per stare meglio mediante l’arte e la bellezza, per fuggire dalle frustrazioni del quotidiano e giungere al fine ultimo di convivere felicemente con noi stessi.
  • La bambina e i samurai brasiliani: una saga migratoria presenta un resoconto in cui la famiglia dell’autrice è protagonista di numerose avventure migratorie, che hanno avuto il Brasile come destinazione. Il libro racconta la saga degli immigrati italiani e giapponesi che si sono incontrati nella città di San Paolo, le cui strade e storie si sono incrociate, svolgendosi in diverse generazioni fino all’arrivo dei nipoti dell’autrice, frutto della mescolanza di etnie e culture molto comune in Brasile. Il saggio affronta la formazione di diverse diaspore migratorie in vari momenti storici, legati alla fine del XIX secolo, a tutto il XX secolo e all’inizio del XXI secolo. Questo testo, attraverso la storia, la geografia, l’economia, la politica e il diritto, consente poi di ripercorrere la storia del Brasile e tutti i momenti cruciali che i brasiliani hanno vissuto, mostrando come una nazione che ha ricevuto molti immigrati ora è diventata un paese da cui molti partono alla ricerca di nuovi orizzonti. Mostra anche il ritardo nella mescolanza tra immigrati e brasiliani, l’importanza del matrimonio nelle famiglie degli immigrati, la difficoltà di ritornare al paese d’origine, il valore della famiglia, dell’educazione come via di crescita sociale ed economica, per non parlare dell’efficienza del Brasile nel forgiare la sua “brasilianità”. In un contesto storico più ampio, questo saggio storico-sociale tratta di un tema che coinvolge confini e Stati nazionali, le cui funzioni sono in costante cambiamento in questo mondo globalizzato. Sebbene la migrazione della popolazione su scala globale sia stata considerata una minaccia per la sicurezza degli Stati nazionali negli ultimi decenni, questo documento mostra quanto siano positivi i cambiamenti culturali, sociali ed economici derivanti dai processi migratori.
  • Secondo secolo dopo il duemila. L’archeologia, la medicina genetica, i viaggi nello spazio, sono stati banditi, così come altre scienze. I ribelli combattono contro il regime religioso integralista che comanda in tutta l’Europa e l’Africa, per riportare la società alla verità scientifica perduta e alla democrazia. Un misterioso individuo segue gli eventi chiedendosi dove ha sbagliato e fin quanto intervenire, narrando storie di epoche lontane. Dal futuro ad un lontano passato dimenticato, fino all’origine dell’uomo. Dai miti di Atlantide, Hy Brazil, Mu. Attraverso Giordano Bruno, il colonnello Churchward, i Sumeri ed il Concilio di Nicea. Un mistero celato nel nostro DNA e da alcuni passi della genesi biblica.
  • “Michele era in avanscoperta verso ogni zona erogena nascosta, come un militare in cerca della posizione migliore per attaccare il nemico. La squadra specializzata nella geolocalizzazione dei focus dell’area di guerra era diventata la punta di diamante dell’esercito del sentimento. Ma Lisa non era un nemico da combattere, Michele non l’avrebbe mai ferita. Piuttosto si strinse la presa delle loro mani, diventò forte la complicità dei loro intenti tanto da far nascere, qualche chilometro più distante dal campo base, una fortezza difesa da una gigantesca bolla profumata che fungeva da scudo. Era il loro luogo di tregua segreto.”
  • Giacomo è un giornalista che si occupa del Mistero in una piccola emittente del Torinese e un giorno ha la grande occasione di essere ospitato nel programma del momento nella rete nazionale. L’era dei talenti è il titolo e Maria Morganti, la “Giacobbo in gonnella” come viene definita la presentatrice. Magia e mistero, persone prodigiose e un susseguirsi di avvenimenti concatenati tra loro, forniranno molte risposte, ma susciteranno nuovi dubbi nelle esistenze di Giacomo e degli altri protagonisti di questo romanzo.
  • Piano piano, scavando tra i versi e i silenzi, tra lo stupore del mondo e i nodi dell’anima, l’autrice (di cui è bello scoprire il nome in un solo testo della raccolta) coinvolge il suo lettore, crea con lui una complicità di sguardo e di sentimento che trova solo nel paesaggio un allentarsi d’onda, un respiro di quiete. È il lago, la sua sottile malinconia che la Blanda fotografa e canta assieme, il luogo  confidente della sua fatica, della ricerca di una sintonia di vita con il mondo e con le cose. Lì si profila la tenerezza, il sorriso, lì si può “abbracciare il cielo a piene mani” nell’ascolto di una armonia costantemente conquistata e perduta.
  • Arrivati all’altezza del Silven Light Bridge, nel breve tratto in cui i convogli del metrò riemergono sopra il suolo, mi incantai a vedere la città nuda che era la scenografia della mia vita. Migliaia di luci accese, le insegne scintillanti, le vetrate degli uffici ancora pieni di gente, i cantieri con le gru che gareggiavano in altezza coi grattacieli pazzi di vita... Eppure, tutte queste cose insieme non riuscivano a scalfire il fascino sordido di una città che non mostrava la sua vera anima, che affogava nei colori e annegava in una esibita sazietà la sua oscura disperazione. “Chissà”, pensavo, “cosa sta accadendo in questo preciso momento all’interno di quelle mura o al buio dei cortili, nei mille vicoli coi loro tombini putrefatti di sangue e di menzogna...”
  • Alessio è un ragazzo sulla trentina, bello, ricco e di successo. Ma Alessio ha commesso un grande errore: si è lasciato sfuggire la donna della sua vita, Vittoria, per sposarne una che non ama, anzi disprezza. D’allora, non c’è stato giorno in cui non si sia pentito della sua scelta. Vittoria, nel frattempo, si è rifatta una vita altrove ed è felice con un altro uomo. Il destino però, si sa, alle volte ti concede un’altra possibilità. Tra esilaranti battibecchi, fortuite coincidenze, amici stravaganti che non vedono l’ora d’intromettersi, e altre rocambolesche avventure, Alessio tenterà di riconquistare il cuore dell’unica donna che abbia mai amato. Perché un uomo, quando è innamorato, sa essere più tenace di cento donne messe insieme…
  • “L’abrogazione dell’amore”, portando alle estreme conseguenze i germi esistenti nella società italiana contemporanea e riprendendo episodi fondanti della nostra storia, prova a riflettere sul tema dell’amore da un punto di vista inedito. Ne emerge un’Italia futuristica e farsesca in cui la forma prevale sulla sostanza e dove qualsiasi legge, anche la più ingiusta, può essere ammessa per il sol fatto di essere stata emanata attraverso procedimenti leciti. Se le persone abdicano alla propria capacità di pensiero e alla libertà di scelta, se la Legge voluta dalla maggioranza prevale sul Diritto, inteso come insieme di principi irrinunciabili di civiltà, allora anche le conquiste dell’umanità possono andare perdute. E la “legge che cancella l’amore” può divenire il campo di battaglia per una guerra civile.
  • La giustizia è un combattimento; non la si fa rispettare o stabilire senza sforzo e talvolta, pur di riuscirci, è necessario indossare una maschera, che sia di apparenza o l’oggetto concreto. Nel mitico e ingannevolmente solare Regno di Narwain, un giovane eroe lotta contro le ingiustizie e l’ipocrisia della tirannia incatenante la terra a cui appartiene questo apparente angolo di paradiso. Un raggio di luna, costretto a sbiadire di giorno e a brillare di notte. È così che si potrebbe descrivere il Vigilante Mascherato, nel bel mezzo della superficiale e corrotta città di Akhela, governata dalla crudele Fenice Bianca. Un breve, ma intenso, scontro tra bene e male, con teatro un immaginario mondo della nobiltà, creature magiche e poteri misteriosi.
  • Una nuova consapevolezza, quella della protagonista del romanzo: da Kelly a Miss Bloom. Un viaggio in Italia, un sogno rivelatore, infine il ritorno ad Inveraray, il luogo d’origine. Il romanzo ripercorre alcune delle dinamiche dei suoi protagonisti, sviscerando i rapporti che li uniscono. Miss Bloom e Karl Schutzberg, due differenti passati in un unico presente, due immagini diverse riflesse in uno stesso specchio. Nuovi personaggi si affacciano all’orizzonte, nuove prove attendono Kelly, in un crescendo di situazioni drammatiche che si riveleranno fatali.
  • Kelly Bloom

    12,00
    Un uomo complicato. Una ragazza di provincia. Un viaggio emotivo alla scoperta di pulsioni e desideri più profondi. Una rivelatrice presa di coscienza: da Kelly a Miss Bloom. L’ambizione della protagonista, Kelly Bloom, è quella di emanciparsi, abbandonare la vita di provincia e realizzare i propri sogni e aspirazioni. Da Inveraray, graziosa cittadina scozzese, ad Edimburgo; dall’emporio di famiglia al mondo cool degli avvocati e notai della capitale. Dalla storia d’amore con Edward al rapporto controverso con il notaio Mr. Schutzberg, dispotico datore di lavoro. Kelly Bloom è un romanzo sentimentale e psicologico, con un finale aperto che lascia nel lettore uno spiraglio per l’evoluzione successiva della storia.
  • Filippo è un medico brillante e affermato, con una famiglia unita e una solida posizione economica. Ma il destino, che fino a un certo punto gli ha elargito successo, salute e denaro, ha in serbo per lui un’amara sorpresa. In poco tempo, e quasi senza accorgersene, Filippo si ritrova infatti vittima del gioco online, che lo risucchia in un vortice di dipendenza e disperazione. Nulla riesce a tenerlo lontano dal gioco: né i sensi di colpa nei confronti della sua famiglia, né il peso sempre crescente dei debiti, né la perdita della reputazione e dell’autostima. Come posseduto da un’entità oscura e invincibile, Filippo continua imperterrito a frequentare il locale gestito dal suo amico Bruno. Solo l’incontro con un giovane religioso, che si materializza misteriosamente in quel locale fumoso e tentatore, e altrettanto misteriosamente scompare, riuscirà a dare a Filippo la chiave per aprire il suo cuore. Grazie alla fede e all’arma della preghiera, a un certo punto vede la malattia del gioco con occhi diversi, ne scopre il tratto più colpito e coinvolto, cioè l’Anima.
  • Rimasto seppellito per più di due millenni e riportato casualmente alla luce nel 1934, il Guerriero di Capestrano, avvolto dal mistero per la ricchezza di segreti che custodisce gelosamente, viene conquistato dalla ricorrente presenza di una giovane visitatrice nel Museo Archeologico di Chieti. Decide così di raccontarle la sua breve ma intensa vita di uomo e guerriero, dal rito di iniziazione dei giovani Vestini, al matrimonio con Ninis, allo scontro con i Marsi. Le rivelerà anche i dettagli intimi della sua duplice essenza, oggetto di annosi studi e confronti. Un intreccio delicato di scarne fonti storiche e vivace fantasia per rendere onore al simbolo del coraggio e della fierezza delle genti d’Abruzzo.
  • L’Inferno è una parola che descrive da sola il contenuto di questo libro: l’autrice, infatti, narra l’Inferno così come lo ha vissuto insieme al figlio David, affetto da sindrome di Asperger. L’autrice vive a stretto contatto con David, finito all’inferno senza capirne il motivo e lo segue passo per passo, insegnandogli a sopravvivere e a resistere, cercando, nel frattempo, una via di fuga, la verità e la salvezza. Con forte amore materno, nonostante tutto il tempo trascorso in una situazione di forte emarginazione, l’autrice riesce finalmente a fuggire da quell’inferno e a portare il figlio in salvo, offrendogli una scialuppa per navigare in mare aperto, verso la sua vita
  • Io e Simone

    17,00
    Sono diventato padre per caso. Il caso è sempre il momento giusto. Questo libro è nato così: ho cercato di spiegare le cose che mi sono successe in quest’ultimo anno e mezzo; ciò che stava succedendo alla mia vita si è tramutato in pensiero e scrittura. È una sorta di zibaldone, di diario, dove ho cercato, momento dopo momento, di comprendere il perché stringessi tra le braccia un essere minuscolo la cui vita dipendeva e dipende esclusivamente da me e sua madre. Non so se l’ho capito, secondo me non si capisce mai ma, di certo – in questo anno e mezzo – è cresciuta l’attesa, è cresciuto nostro figlio e sono cresciuto io. Per caso.
  • Inferno

    13,50
    La madre di tutte le opere letterarie raccontata da un giovane autore che in questo volume riorganizza e ripropone la sua prima pubblicazione “L’Inferno di Dante per tutti”. Un amore nato per caso quello di Alberto Molino, che mette in prosa il capolavoro di Dante permettendone una facile comprensione a studenti e appassionati che si trovano loro malgrado a fare i conti con l’antico linguaggio dell’opera, poetico e affascinante senza dubbio, ma anche ermetico e avaro nella comprensione per tutti i non addetti ai lavori. Nella traduzione letterale dell’autore è quasi come se Dante in persona cingesse il lettore accompagnandolo nei tremendi gironi infernali, consentendogli una facile lettura e una piena comprensione dei mirabili contenuti.
  • Giovanni Berti è un giornalista sportivo affermato a livello nazionale, un giorno riceve l’incarico di scrivere un pezzo sulla finale di calcio amatoriale tra una squadra sconosciuta di montanari e una squadra blasonata. Da prima rifiuta offeso, ma poi prende a pretesto l’incarico per tornare a visitare i luoghi della sua infanzia abruzzese. Questa opportunità gli farà conoscere il calcio vero, quello fatto di polvere e sudore, di fatica e dolori, di trascorsi di vita di calciatori “imbranati, maldestri e zoppi” che lottano per la vittoria facendo leva sull’amicizia e il rispetto. Questa esperienza gli cambierà la vita.
  • “Sherlock e Gabriele” mi era piaciuto (come ogni scarrafone ...), ma non pensavo ad un seguito. Il Mar. Luigi Bargelletti dei RRCC aspettava però, nei recessi della mia coscienza, indomito lottando contro il crimine; poi sono venute in suo aiuto tre Regie G.d.F. Disponevo così di quattro militari, per affrontare la I G.m., pochi, per contrastare il malaffare. Le Regie sono state indisciplinate, perchè, dopo essere trasut e’sicc, come militari, se’s’ò mis e’chiatt’, come investigatori, indagando su fatti di corruzione paradossali, seppur reali, come il commercio delle ossa dei caduti, utilizzate per farne concime, ma sempre attuali. Avevano seguito d’Annunzio a Fiume, da Arditi, ma, dopo quella parentesi entusiasmante, si sarebbero trovati a dover tornare nei ranghi, seppur non alla fame, come accadde ad altri reduci, che indossarono la “camicia sordida” pur di sbarcare il lunario. Grazie al Comandante iniziano invece una nuova vita, pur in tempi difficili che vado a narrarvi.
  • In questo tempo, nel quale tutto il mondo si trova in grande difficoltà per la pandemia, l’autrice ha voluto regalare ai bimbi una fiaba di speranza: “Il virus con la corona regale”. Il testo, illustrato da Antonietta Evangelista, racconta l’amicizia di Marcellino con il cagnolino martino. in sogno, i due amici incontrano il Mago Biribò. dopo un lungo viaggio con i virus buoni, arrivano in cielo, dove ritrovano i nonni felici.
  • Le imposizioni e le rappresaglie di Totonno, tipico genitore di una generazione a cavallo tra le due guerre, se da una parte mortificano l’esuberanza e le certezze del figlio primogenito, Elmo, protagonista del romanzo, dall’altra affinano la sua sensibilità verso un personalissimo punto di vista sulle vicende della vita. Le sue successive migrazioni, a cominciare dalla fuga in Francia, quando era poco più di un ragazzo, sono fortemente incoraggiate da un’incontenibile esigenza di libertà. Quando sarà la volta del Venezuela, questo sentimento prevarrà sulle naturali paure dell’emigrante e su qualsiasi proposito di benessere economico. Una volta rientrato in patria, Elmo conoscerà Maria al banco vendita del mercato e sarà “una storia di fichi finiti alle galline” a farli innamorare e sposare. La prematura scomparsa della moglie, lo porterà però ad abbandonare l’avviata attività di fruttivendolo per diventare il più originale e fantasioso rigattiere della zona. Sarà El Condor de los Andes, nome d’arte trascritto sulla portiera della sua 500, che lo trasformerà in un punto di riferimento per la sua clientela, con l’obiettivo di recuperare le storie personali di ognuno dietro le cose abbandonate. Svolgerà la sua attività con l’esclusivo uso di una minuscola fiat 500, certamente il mezzo più inadatto ma che, come si vedrà, diventerà per Elmo quasi un essere umano. Una storia vera, densa di emozioni e risvolti divertenti, com’è nella vita, qui superbamente rappresentata dalla strana lucertola con due code. Presenza costante nella narrazione è la natura che avvolge, accerchia e accarezza i personaggi, rende cosmiche le pulsioni umane e a volte le scatena.
  • In un percorso che si snoda lungo i tracciati antichi e contemporanei della nostra penisola, si dipanano e si dispiegano i racconti, eterogenei per stile e contenuto, raccolti in “Il tempo, gli uomini, le cose”: uno spaccato singolare e quanto mai variegato di un’Italia passata, presente e futura, scrigno di sentimenti, emozioni, fatti storici, storie picco- le e grandi, reali e inventate. Il riferimento all’Italia, benché sempre presente, diventa il più delle volte solo il pretesto, l’occasione, il trampolino di lancio per narrare, per avventurarsi nei meandri di una parola che vuole farsi, a seconda dei casi, testimonianza, vento buono, pietra d’inciampo, denuncia o speranza. Segno. Piccolo baluardo che si opponga e resista al crudele, ma inevitabile, fluire del tempo, alla fragilità della vita, al dilagante nulla che ci circonda. Una parola, quindi, che dà voce alle più complesse e sfaccettate inquietudini emotive dell’uomo, soffermandosi e affacciandosi sui paesaggi interiori oltre a fluttuare sulle coordinate spazio-temporali di una mappa territoriale frastagliata, policroma e bellissima. In ogni modo ciascun racconto, partendo dal micro-orizzonte in cui è situato, indagando nei ripiegamenti esistenziali e intimi dei personaggi, diviene specchio e paradigma del proprio tempo, lasciando emergere in particolare l’umanità profonda e screziata delle storie, sospese tra memoria e nostalgia, tra ironia e disillusione, tra sogno e poesia. Ventinove autori sono stati selezionati in quest’antologia, frutto della prima edizione del Premio di selezione editoriale per inediti “Racconti tricolore”, ideato e organizzato dall’agenzia Scribo; ventinove scrittori che si sono cimentati con il genere del racconto breve e che hanno deciso di sfiorare e accarezzare nelle loro narrazioni i calchi antichi o più recenti di una storia comune, che si disperde nei mille imprevedibili rivoli degli eventi minori, minimi, qualche volta perduti o dimenticati, e dei moti interiori, umani. L’Italia funge qui da ampio contesto. È una scenografia che accoglie, facendosene testimone, circostanze eterogenee e diversissime. Il Bel Paese si trasforma in un teatro dei vizi e delle virtù, della meraviglia e del disincanto, della pervicacia e della resa. Gli autori antologizzati nella presente pubblicazione sono: Antonio Albanese, Salvatore Luciano Bonventre, Andrea Carloni, Stefano Carnicelli, Pablo Cerini, Adriana De Leonardis, Fabiano Di Campli, Giovanni Di Guglielmo, Luca Dragani, Irene Giancristofaro, Irene Giuffrida, Libera Iannetta, Antonio Laurino, Giorgio Lupo, Giovanni Marangio, Marilisa Munari, Umberto Nasuti, Tommaso Nidasio, Sara Palladini, Milena Privitera, Vanessa Quarantacinque, Valerio Ruggieri, Maria Scerrato, Dante Troilo, Amelia Va- lentini, Sandra Vannicola, Maria Pia Vittorini, Cristian Zulli, Giusi Zulli Marcucci.
  • “Questo libro non appartiene a Luca Salini poiché appartiene alla collettività a cui Luca Salini appartiene, vale a dire Bisenti. È un libro per gli altri. Ma ora finalmente capisco come mai ho citato Melville e Boine: verosimilmente nessuno dei due avrebbe mai pensato di finire a Bisenti, sicché inconsciamente devo aver trovato irresistibile la tentazione di essere il primo a condurveli” Dalla prefazione di Simone Gambacorta
  • Una dirigente scolastica tenace e piena di creatività, studenti vivaci e aperti al confronto con coetanei svedesi in uno scambio culturale, un paese d’Abruzzo alle pendici della Maiella. Sono questi gli ingredienti di un racconto che accompagna il lettore in una storia fatta di tante storie: quella della dirigente che indossa il nome che le si addice perché riesce, pur tra ostacoli, a realizzare sogni importanti per sé e la sua comunità scolastica, quella di ragazzi stranieri che vivono una bella esperienza di amicizia e di amori che sbocciano, che conosceranno e ameranno miti e leggende legate al posto che li ospita. Quando un improvviso disastro nella lontana Goteborg costringe i giovani svedesi a restare molto più a lungo del previsto a Licaso, ci saranno momenti durissimi ma Vittoria, insieme ai ragazzi tutti, con indomita volontà, riuscirà a realizzare una nuova scuola. Straordinaria, una vera eccellenza europea. Un racconto pieno di vita, di valori, con un sapore di fiaba.
  • Nell’estate del 2018 la quiete di una piccola cittadina abruzzese è sconvolta dalla sparizione di Lanfranco Tozzi personaggio molto noto per i suoi recentissimi trascorsi in campionati nazionali di pallavolo. Particolarmente turbato dall’accaduto è Giulio Fantini, protagonista del romanzo, farmacista, che con il Tozzi nutre un’amicizia dai tempi della scuola e con il quale i rapporti, seppur notevolmente diradati nel corso degli anni per gli impegni professionali di entrambi, vengono ancora mantenuti grazie alla volontà delle rispettive compagne. Purtroppo, non si tratta di una fuga volontaria come avrebbe auspicato Giulio. Il corpo esanime dell’aitante sportivo viene rinvenuto dopo tre giorni all’interno della sua autovettura in una spiaggetta solitamente frequentata da coppie clandestine. Giulio non crede a questa possibilità, comincia suo malgrado ad indagare e sin da subito si troverà di fronte ad una verità sconcertante...
  • prefazione di don Luigi Ciotti Affiancare il senso alla misura è un’operazione perfetta se l’intermediario tra i due termini è il denaro. Se il denaro è ormai la misura di tutte le cose, il fine della nostra esistenza, esso è in grado di dare, purtroppo, anche un senso alla nostra vita: tutto è orientato verso di sé. E incentra- re la vita sul denaro significa rifiutare la moderazione, che non è altro che il rigetto della misura, con uno slittamento del senso negli eccessi.
  • Massimiliano, trentino d’adozione, è un geologo appassionato di montagne da poco andato in pensione. Separato e con un figlio che vive in Spagna da diversi anni, è rimasto praticamente solo e deve rifarsi una vita. Porta con sé però un grave dolore: due anni prima un incidente sulla neve gli ha portato via Elena, la sua compagna, l’amore della sua vita. Da allora sembra che per lui non ci sia più alcuna felicità ed è arrivato a fuggire dai monti, e si è chiuso definitivamente in se stesso. La lettura di un libro tuttavia gli ridona la voglia di ricominciare, rispolverando un progetto che aveva in mente di realizzare proprio con Elena: prendere in gestione un rifugio in montagna. Massimiliano si trasferisce quindi in Abruzzo, sua regione natale, per diventare gestore di una piccola baita nel cuore della Majella. Un rifugio con vista mare, di cui anche la sua compagna era innamorata! Da lì prende avvio una nuova vita per lui, una vita da rifugista. Così fra tramonti e bufere, camminate e sciate, con l’alternarsi delle stagioni nel lento scorrere del tempo, Massimiliano riscopre sé stesso. Ma dopo varie vicissitudini e grandi cambiamenti, un evento stravolgerà tutta la sua vita.
  • Ad Enrico, allenatore 45enne ed ex giocatore professionista di calcio, viene affidata una squadra di ragazzi di un quartiere malfamato di Roma. A tutto pensava, quando accettò l’incarico, tranne che al posto di normali adolescenti, si sarebbe trovato di fronte a giovani per lo più dediti ai furti e allo spaccio. Quindi lottare, o mollare ancor prima di cominciare, come ha sempre fatto nella sua vita? La scelta sembrerebbe ovvia. Ma tra quei giovani c’è un ragazzo che gli ricorda tanto qualcuno. E così accetta la sfida, provando a fare l’impossibile, perché il possibile, da quelle parti, non é mai bastato. Il quinto punto è un romanzo che parla di opportunità, della percezione del mondo come possibilità e non come imposizione. E, certamente, di motivazioni profonde che risiedono in ogni essere umano, a dispetto della forma. Ma parla anche e soprattutto di un uomo che, cercando di salvare gli altri, proverà a salvare se stesso.
  • Tra ottobre 2019 e marzo 2020 Claudio Di Scanno accetta l’invito della Associazione Teatrale Pretalucente di realizzare a Gessopalena, un piccolo centro di circa 1300 abitanti in provincia di Chieti, un progetto di laboratorio che sia orientato alla realizzazione di uno spettacolo e che coinvolga, oltre agli attori della associazione, diversi cittadini del paese desiderosi di una esperienza teatrale. Motivato dal ricordo delle esperienze di regia della sacra rappresentazione della passione, evento tradizionale che a Gessopalena ha una storia di oltre 50 anni, maturate nel 2012 e nel 2018, e soprattutto dalle relazioni umane innescatesi con gli abitanti, il regista abruzzese decide di accettare l’invito per la realizzazione di un progetto teatrale con attori non professionisti, alcuni con delle esperienze amatoriali, molti altri privi di una qualsiasi preparazione. La richiesta è precisa: un progetto sulla shoah. Ignaro della grande partecipazione che la proposta avrebbe riscontrato, si conviene che il testo di partenza prescelto sarebbe stato processo a Dio di Stefano Massini. Il processo a Dio di Gessopalena avrebbe visto la luce il 29 febbraio 2020 al teatro comunale “Gennaro Finamore” di Gessopalena e avrebbe stimolato nel regista abruzzese una riflessione sulla esperienza di un “teatro comunitario” capace di riallacciare alcuni fili del suo lungo percorso artistico.
  • Gino, disabile sin dalla nascita, ha trentanove anni quando decide di trasferirsi nella casa di cura “Villa Immacolata”, lasciando la casa paterna e permettendo all’anziana madre di vivere il resto della vita insieme al fratello. All’interno di quella struttura, la sua vita, impregnata di solitudine, verrà scossa dalla presenza di Nicola, una creatura innocente, misteriosa; colui che lo “salverà”. La quotidianità di “Villa Immacolata” riserverà a Gino ulteriori sorprese: l’amore e la passione s’intrecceranno con il dolore e la sofferenza, creando un vortice emotivo incalzante e coinvolgente. Un romanzo escatologico, un giallo sentimentale, una storia dove la vera protagonista è la Provvidenza che guida le vicende dei personaggi lungo il filo delicato della speranza.
  • E’ l’alba, l’odore del pane appena sfornato invade la stanza dove l’Autore sta dormendo ed evoca i ricordi dell’infanzia trascorsa nella casa di famiglia a Giulianova. Nel sogno, si riscopre ragazzo e si trova a rivivere una calda giornata estiva sul porto di Giulianova in compagnia di Roberto, un vecchio marinaio che gli narra storie di un tempo lontano e descrive la dura vita degli uomini e delle donne della vecchia Giulianova, che fa da sfondo a tutte le vicende narrate. Attraverso gli ammonimenti di Roberto si svela la visione della vita dell’Autore, concepita come una stratificazione di esperienze, sentimenti, amori, dolori che si trasferiscono attraverso le generazioni, come fili invisibili che si dipanano da quelle vite, si intrecciano e riannodano, riconsegnandoci la memoria di chi ci ha preceduto. Valori eterni che ci pongono davanti al mistero della vita e della morte che è, e sempre sarà, anche il mistero insolubile dell’Uomo. Il risveglio riporta l’Autore alla realtà difficile e dura di una vita che è ormai trascorsa e ha portato con sé gioie, ma anche lutto e solitudine. L’amore supera il tempo, il dolore diviene un compagno di vita. E’ questo il messaggio di speranza che discende dalla consapevolezza di non essere mai veramente soli. In noi è vivo chi ci ha preceduto nel cammino della vita e questo ci dona la pace dell’anima se, nonostante tutto, si rimane ancora un “Pescatore di sogni”.

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