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  • Dopo alcuni anni, vengono ripubblicate le prime poesie di Giovanni Foresta, riunite nel 2013 in “Eco di un percorso”. Quando si dà vita a un’attività così delicata, ci si pongono tantissime domande: quanta fedeltà mantenere con la prima edizione, quante modifiche, quali e quante aggiunte e così via… La risposta a tali quesiti è stata semplice: abbiamo cercato di mantenere inalterata la trama originale della silloge, apportando soltanto alla fine del testo un’aggiunta di tre poesie e di tre pensieri racchiusi in altrettante immagini. Utilizzando questo criterio, ci è sembrato coerente lasciare inalterato il carattere tipografico, la prefazione e persino la foto dell’autore, aggiornandone soltanto la biografia. Questo per permettere all’attento lettore di ricostruire il percorso (e il suo eco, ci verrebbe da aggiungere con un sorriso…) di Giovanni Foresta nella sua interezza e anche nella sua genuinità. Un percorso che è cominciato, per l’appunto, con questa silloge e di cui “Il cielo sulle spalle” (Edizioni IlViandante, 2015) è la naturale prosecuzione. Essendo oggi giunti alla terza pubblicazione di Foresta (vedasi “La filosofia del volto” con Arianna Fermani – Chiaredizioni 2017), si è voluto, pertanto, fornire uno strumento di ricostruzione del pensiero e della poetica dell’autore, donando un tassello fondamentale al lettore che, ne siamo certi, lo apprezzerà come merita.
  • Eracle, impazzito per volere di Hera, sua matrigna e sposa di Zeus, uccide Megara e i loro figli. Straziato dal rimorso si reca a Delfi dove l’oracolo gli ordina, per espiare la colpa, di mettersi al servizio del cugino Euristeo, re di Micene. La sua redenzione potrà avvenire soltanto attraverso il superamento di dodici fatiche. Compagno di viaggio dell’eroe è Autereo, un aedo figlio di Hermes, che, avendo ingannato il re dell’Olimpo, è stato crudelmente condannato all’oblio: indipendentemente dalle sue azioni nessuno ricorderà il suo nome. I due semidei incontreranno il giovane Teseo, la virtuosa Atalanta, il mitico Autolico e molti altri personaggi che la letteratura ha reso immortali. Attraversando l’intera Grecia e l’impero ittita, raggiungeranno le vette del Caucaso, Gibilterra e infine l’Ade in cui, grazie al percorso di crescita interiore effettuato nei loro viaggi, conosceranno cosa riserva loro il Fato. Un romanzo storico-mitologico ricco di miserie e splendori umani e celesti, pennellato con un tocco di fantasia che non stravolge la storia e consente di apprendere senza perdere la spensieratezza.

  • Farwest

    17,00
    Farwest è un resoconto di viaggio, scritto “on line” e “on the road”. È liberamente ispirato alle avventure degli innumerevoli viaggi dell’autrice. I sedici sconosciuti partecipanti condividono un tour tra i più bei parchi degli Stati Uniti, da Denver a San Francisco. La narratrice descrive l’iter turistico ma soprattutto umano giornalmente. Durante il viaggio i personaggi si confessano, si autoassolvono e si autocondannano attraverso una molteplicità di azioni e reazioni implacabilmente registrate dall’io narrante, una sorta di Grande Fratello. La convivenza forzata finisce per danneggiare irrimediabilmente i rapporti interpersonali, fino alla completa disgregazione affettiva e sociale del gruppo. Sullo sfondo, i luoghi visitati sono descritti utilizzando una guida immaginaria. Tre mesi dopo alcuni dei partecipanti si ritrovano. La narratrice a questo punto scopre come quell’esperienza sia stata per lei un viatico intimo culminato in una inaspettata e straordinaria scoperta. Come lei stessa afferma: “Dal tutto scontato ho capito che la vita è un divenire, un caos costante che alimenta di continuo, e spesso d’improvviso, l’evoluzione”. Bastano uno zaino e un passaporto, un po’ di coraggio e curiosità, per provare emozioni nuove generate dalla meraviglia nel non considerare mai, anche quando lo sembra, tutto così scontato. Per dirla con il filosofo Eraclito “tutte le cose si muovono e nessuna sta ferma e, al fluir di un fiume, due volte nello stesso fiume non potresti entrare”.
  • Questo libro propone un viaggio attraverso il tempo per bambini e genitori: una raccolta di sei favole, ispirate a fatti realmente accaduti o leggende popolari medievali, ognuna seguita da un percorso nei luoghi della storia, corredato di foto dei siti di maggiore interesse. Un nuovo modo di viaggiare per famiglie nella natura e nell'Abruzzo antico e selvaggio. I bambini, grazie anche alla mappa inclusa, si ritroveranno così a visitare castelli magici, attraverseranno boschi incantati, incontreranno pirati, maghi, streghe e folletti, si divertiranno a rivivere le avventure dei loro coetanei protagonisti dei racconti e impareranno che: • collaborare rende felici • la volontà fa superare ogni ostacolo • disobbedire porta solo guai • il bene di tutti vale un sacrificio • spesso sono i bambini a trovare la soluzione • è l’esperienza tramandata che aiuta
  • Villa Immacolata è una casa di riposo situata alle pendici del Gran Sasso, proprio vicino a Villa Rosa e Borgo Castello, immaginari paesi gemelli della provincia aquilana. La vita scorre tranquilla fino a quando un’anziana ospite della struttura, pochi attimi prima di morire, non rivela alla nipote l’esistenza di importanti segreti familiari ormai sepolti dalla polvere del tempo. Assieme al giovane psicologo Giuseppe e al piccolo Mattia la ragazza apre il baule dei ricordi e intraprende una coraggiosa indagine, nel tentativo di ricostruire i tasselli del mosaico che disegna le sue radici. La narrazione tocca i temi della maternità, dell’abbandono e della disabilità, sullo scenario di un Abruzzo ricco di storia e tradizioni, letteratura e mito. Alle atmosfere dolci e oniriche fanno eco paesaggi aspri e suggestivi, mentre le antiche leggende medievali si mescolano alle superstizioni locali del presente. Con un pizzico di suspance e richiami culturali, la recherche intreccia fili narrativi cari alla più antica tradizione mediterranea, senza dimenticare la lezione dei grandi autori del Novecento.
  • È la storia di una vocazione e di una missione, quella di Michele Silvestri, nato a Lama dei Peligni il 26 settembre del 1702. Cresciuto in una famiglia unita nella fede e nell’amore e in un contesto sociale in cui il suo carattere mansueto e cordiale lo aveva fatto amare da tutti, Michele si sente chiamato da Dio Padre a seguire Gesù sulle orme di San Francesco, il santo che in particolare la comunità religiosa della vicina Palena gli aveva reso familiare. [...] Anche per richiamare la forza di questo messaggio il 20 maggio 2015 ho decretato che il titolo della Parrocchia di Lama dei Peligni divenisse quello di “Gesù Bambino”, per ricordare a tutti coloro che vi si recano che l’Onnipotente ha scelto la piccolezza per rivelarsi e per donarsi a noi e che è proprio riconoscendo il niente che siamo davanti a Lui e a Lui incondizionatamente affidandoci che il miracolo della Grazia si compie nei nostri cuori. (dalla prefazione di mons. Bruno Forte)
  • Fuoriclasse

    15,00
    “Ho scritto questo libro nell’unico modo in cui mi era possibile farlo: ascoltando i bambini che ho intorno e il bambino che è in me. Nessuno fantastica così tanto e così bene come i bambini. E l’arte, in ogni sua forma, è innanzi tutto immaginazione. Dell’arte immaginifica, i bimbi, con la loro autenticità e ingenuità, sono i geni!!! O forse i maghi! Insomma, i Fuoriclasse!!!” Rigel Bellombra
  • Per affrontare il blocco dello scrittore e riprendersi dopo una brutta malattia, Giulio si trasferisce a Villa Adriana. Qui, grazie ad un meraviglioso ritratto e ad una lettera d’amore ritrovata per caso, “incontra” una donna ottocentesca, Adriana De Panfilis. Rapito dalla personalità di Adriana, Giulio torna a scrivere. E lo fa rispondendo proprio a quella lettera. Ci sono amori destinati a fallire per un dispetto del destino, altri che riescono a oltrepassare le barriere del tempo e della morte. Proprio come quello che nasce fra i due protagonisti. Come per magia, la misteriosa donna risponde a Giulio scrivendo nuove e appassionate lettere. Ma com’è possibile tutto ciò? Delirio? Sortilegio? O forse l’amore, per realizzare i suoi scopi, a volte può servirsi anche di sentieri sconosciuti?
  • Giorgio il cavaliere e il drago Sputafuoco è stato scritto nell’aprile del 2020 in occasione dell’onomastico del piccolo Giorgio, con il desiderio di rendere“ normale e speciale” una giornata come tante in un mondo immobilizzato dalla pandemia. Regalare ai nostri bambini “ momenti di normalità” di fronte alle difficoltà della vita è una sfida quotidiana a cui non dovremmo mai sottrarci come genitori, educatori e figure di riferimento. Donate momenti di presenza e leggerezza ai vostri bambini e loro ne daranno a voi. Questo libro racconta la storia di un drago arrabbiato e di un bambino coraggioso e sensibile, che sa andare oltre le apparenze, per arrivare dritto al cuore. Questa storia, tuttavia, non parla solo ai bambini, ma si rivolge anche agli adulti che vogliono regalarsi la possibilità di riscoprire un mondo fantastico, fatto di bellezza e semplicità, che nutre e arricchisce gli animi.
  • Roma, 1985. Dopo anni difficili, la città sembra pacificata. Le vite di Elisa, studentessa di buona famiglia, Maurizio, fedele braccio destro di un piccolo malavitoso locale, e Nelson, esule brasiliano un po’ trafugatore e un po’ mercante d’arte, si intrecciano tra amicizie e amori. Hanno in comune la voglia di rifondare le loro vite e la speranza di trovare nell’altro il compimento di sé. Elisa e Nelson decidono di fidarsi di questa città e della sua magia, che però li tradirà. Dieci anni più tardi, sarà Maurizio a offrire a Elisa l’opportunità di ricominciare. Un romanzo di formazione contestualizzato in una città anch’essa in evoluzione, prodiga di promesse ed evocatrice di desideri come il canto di una sirena.
  • Una chitarra trovata tanti anni fa in un baule di un’auto, intreccia le vite e i destini di tre uomini. Si troveranno costretti a sciogliere un intrigato rebus scritto su di un pentagramma che li porterà, inevitabilmente, a intraprendere un lungo viaggio ai confini delle loro origini. Vivranno una settimana tra ilarità, sesso, inquietudini e musica. Col sottofondo delle note blu del jazz e del blues, percorreranno a ritroso la via dove nascono gli addii, con le immagini labirintiche di una sconcertante consapevolezza.

  • Gli occhi di Lisa rappresentano il punto di vista di persone comuni innamorate della lettura e appassionate della scrittura che hanno deciso di sperimentare le proprie capacità narrative attraverso un percorso di studio delle tecniche e delle regole che sono alla base della creazione di un racconto. Facendo riferimento prevalentemente alla percezione di ciò che ci accade intorno e alla differenza semantica tra le parole sentire e ascoltare, vedere e guardare, è possibile dare un significato diverso ad azioni e suoni, producendo contesti e mondi all’interno dei quali la fantasia può trovare una nuova dimensione in cui tramutarsi in lettera, per generare vibrazioni che corrono sul filo delle parole. Cinque autori di età ed esperienze di vita differenti, offrono al lettore la possibilità di affacciarsi sui mondi possibili che nascono e vivono intorno al personaggio “Lisa”. Un viaggio nel fantastico che, tuttavia, oltre a divertire offre ottimi spunti di riflessione sui vari aspetti della vita nei quali ognuno di noi può ritrovarsi. Fabio Di Cocco
  • “Ma tu perchè non ti fai crescere i baffi e ti metti a fare Freddie Mercury, sei uguale!” disse Franco Zanetti (direttore di Rockol) a Diego Regina. Da qui tutto ha inizio, da qui Diego Regina diventa l’interprete del repertorio dei Queen come frontman dei Regina Queen Tribute, cover band dall’incredibile seguito di pubblico e dall’inequivocabile talento che li condurrà alla finale del programma televisivo Italia’s got talent. Diego, Andrea, Davide e Damiano all’apice del successo e reduci dall’esperienza televisiva soddisfacente, tornano nel loro amato Abruzzo per pianificare le date di un tour fitto di appuntamenti, anche fuori dall’Italia. Lo scenario dentro il quale Diego si muove brilla delle migliori aspettative, una luce tanto forte da poter accecare e così in una maledetta notte di settembre, di rientro da un concerto, la macchina sulla quale viaggia la band esce fuori strada. Tutti illesi tranne Diego che riporta i danni peggiori, trauma cranico e coma, una lenta e dolorosa degenza, un conseguente cambiamento fisico e vocale. L’incidente segna la linea di confine tra un prima e un dopo. L’amore tormentato, l’assuefazione all’alcool, le notti brave diventano un ricordo malinconico e nella sua seconda esistenza Diego si scopre un uomo nuovo, attraversa il buio pesto ma con la grinta e la tenacia da rocker in fondo, mai abbandonate, ritorna ad occupare il posto d’onore nel cuore dei suoi fans. Questa è una storia intensa, fatta di musica e di sogni, forte come le emozioni più vere, potente come il coraggio.
  • Quando ho iniziato il diario di poesie «Guardando a Ovest» camminavo lungo il cammino di Santiago de Compostela. Era inverno e spesso nevicava, e la neve rendeva la Meseta ancora più piatta, uniforme e desertica di come già appare. E pensavo che era la prima volta che attraversavo una nazione a piedi per l’intera sua larghezza. Che la linea sottile che segnavo giorno dopo giorno con il mio passo divideva la Spagna in due e, come un sentiero, congiungeva me, a quel me che aveva deciso di camminare. È dal desiderio di protendersi, di affacciarsi oltre i propri confini, di valicare le proprie abitudini che scaturiscono le parole di questa raccolta. Data pubblicazione: prossimamente
  • Area est di Milano, notte di Natale del 1998. Un attentato dinamitardo coinvolge la guardia giurata ventisettenne Rocco Sparàno, privandolo di un occhio e dell’uso parziale della gamba. A collocare l’ordigno è stato Carlo Valmandra Bolognesi, giovane studente universitario appartenente ad una ricca famiglia borghese e militante in un gruppo anarco-insurrezionalista. Si srotolano da questo momento, e per quasi un ventennio, le vicende in parallelo dei due protagonisti, dando luogo ad un confronto serrato, sebbene diseguale, con gli acuminati frammenti dell’esistenza. Sandro Galantini, al suo esordio come romanziere, pone il suo sguardo lenticolare sulle connotazioni psicologiche dei due, per taluni aspetti affini, denudandone con grande efficacia, grazie ad una scrittura assai elaborata per quanto scorrevole, gli strati più friabili ed indugiando sui tanti ed obliqui livelli della loro personalità. Rocco arriverà a scoprire l’autore dell’attentato che gli ha ipotecato la vita? E Carlo, che con la sua vittima pure condivide tormenti e graffianti ripiegamenti interiori nel contrappunto tra passato e presente, troverà mai quella metà dove giace il suo cuore? Vi sarà, insomma, la possibilità che i conti vengano in qualche modo pareggiati? Ha assenze la notte è un avvincente taccuino di viaggio: quello di esistenze in bilico tra tenebre e luce mentre il tempo, con i suoi grumi di memorie, non è che un ostinato assedio di ferite d’anima e di sottrazioni.

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