E-shop

  • È notte fonda. Francesca Scarinci viene svegliata dal vagito angosciato di un bambino e da una voce che grida: “apri che qua a terra ti ho lasciato una creatura”. Questo ed altri richiami hanno spesso echeggiato nel cuore della notte in tutto il territorio comunale di Crecchio, un piccolo paese della Provincia di Abruzzo Citra, dal 1810 al 1840. A Crecchio, la “Deputazione comunale dei projetti” ha dovuto occuparsi delle sorti di 265 bambini abbandonati assegnando ad ognuno di essi un nome e un cognome, affidandoli a donne che li avrebbero nutriti ed accuditi. In omaggio a queste donne ho intitolato questo libro “Le Madonne del Latte”. Autori della fotografia: Franco Procida e Stefano Ventura
  • Autunno 1983. Dario Angelini deve fare i conti con la drammatica esperienza vissuta in gioventù. I suoi vent’anni hanno un nome: Auschwitz. In lui è vivo il ricordo della deportazione, ma anche di un amore intenso vissuto con una donna abruzzese molto più grande di lui, Anna. La donna lo ha ospitato nel cupo autunno del 1943, in un’Italia divisa tra partigiani e collaborazionisti. Un giorno, mentre spulcia tra i libri usati nella libreria del suo amico Bruno, Dario si imbatte in un titolo che lo riporta indietro di quarant’anni: Largo Paradiso 22. Lo stesso indirizzo del suo amore giovanile e mai dimenticato. Dell’autore Marco Respighi, nessuno sembra sapere nulla. Inizia così una caccia fra le pagine del romanzo che agli occhi di Dario sembra essere il diario della sua Anna. L’uomo spera di poter trovare finalmente le risposte che da troppo tempo lo tormentano. Sullo sfondo un momento cruciale della nostra storia. La passione per la musica dei due innamorati fa da sottofondo al viaggio nel tempo che porta il protagonista a rivivere emozioni forti e contrastanti, fino ad alcune scoperte che daranno un volto nuovo alla sua vita. Tutto grazie ad un libro.
  • Lamerica

    14,00
    Dall’Unità d’Italia fino agli anni 20 del secolo scorso, vi è stata una forte emigrazione italiana verso le Americhe, l’Australia ed alcuni Paesi Europei. Dei trenta milioni dei migranti, un terzo circa, é tornato in Italia, per nostalgia, per fallimento, per difficoltà di integrazione, per aver accumulato una modesta ricchezza. Ad emigrare furono soprattutto i mezzadri ed i minatori per fuggire da una condizione di miseria. Ma nei nuovi Paesi non sempre trovarono condizioni favorevoli e non tutti riuscirono a migliorare le loro condizioni di vita. Questo romanzo racconta delle vicende di due ragazzi, mezzadri marchigiani, che, emigrando negli USA, hanno incontrato molte difficoltà, fino a dover tornare in Italia, e del ruolo della loro madre, vero leader della famiglia, perennemente impegnata a ricercare un diverso destino per i figli, che li affrancasse dalla mezzadria. Alla fine anche il suo ruolo di “ Vergara” viene messo in discussione dal determinarsi degli eventi.
  • (a cura di) Giuseppina Fazio - Nicoletta Fazio con un racconto inedito di Rolando D’Alonzo Più volte si è cantato il requiem aeternam per il racconto, genere che nell’editoria soffre una certa, neppure malcelata, disapprovazione. Eppure, sebbene surclassato dal romanzo, po- trebbe vivere – e non mal vivere – una stagione di rifioritura. Ne sono testimoni i testi che danno corpo a questa raccolta, selezionati nell’ambito della terza edizione del Premio Letterario Internazionale “Scribo”, cornice e luogo d’incontro di una cerchia di storie e di autori. Un’antologia tessuta da molte mani è sempre una scommessa, un andare oltre la compattezza rassicu- rante del nome singolo in copertina, un protendersi verso un polimorfismo di vicende e di stili, di anime e di ragioni – molteplici e talora insondabili – della scrittura. Oltre l’azzurro, troverete cieli di metallo e, al di là delle nubi più fitte, scoverete lembi di terra o isole nel mare. La traversata che state per affrontare avrà ritmi inconsueti, sicché sarete sospinti da fiati asciutti o epigrammatici oppure da fraseggi fitti di volute: in ogni caso, ascolterete voci senza contraffazioni, mescidate insieme a quel grande racconto che è la vita.
  • Stefano è un pianista di successo che, separato dalla moglie, continua a inseguire il sogno di un’ambiziosa opera sinfonica. Una sera, dopo un concerto, la moglie torna a trovarlo, vorrebbe metterlo in guardia, non sa neanche lei da cosa, lo aveva promesso alla madre di lui prima che morisse. Un evento tragico giunge così a sconvolgere la vita di Stefano che, in preda allo sconforto, nonostante l’assistenza della ex moglie, non riesce a reagire, e si lascia andare sempre di più. Intanto una misteriosa presenza comincia a incombere sulle loro vite, forse l’anima di un compositore amico di famiglia, dalla cui figura Stefano è ossessionato. Nonostante tutto, alla fine, la salvezza potrebbe giungere dalla musica stessa, quando tutti i nodi dell’intricata vicenda cominceranno a sciogliersi.
  • La vasca

    18,00
    Un filo quasi impercettibile collega tre donne trovate senza vita nelle loro vasche da bagno. Appena un sentore, che solo un fiuto allenato al buon vino riesce a percepire – un istante prima che la pista sia persa per sempre. Il fiuto di Alessio Sala che, pur avendo lasciato il suo lavoro di commissario di Polizia, anche nella sua nuova carriera di giornalista non riesce a mollare quell’ultimo caso: un serial killer sopraffino che nei suoi delitti ripete un trauma atavico, nella speranza di risanarsi. Lo stesso tentativo che compie Gaia, una donna che ruota accanto ad Alessio in una danza inquieta. Le vite di Alessio, di Gaia e del serial killer orbitano attorno a una vasca da bagno di cui non è più possibile attutire il gorgoglio e che li sta per risucchiare nelle sue più oscure profondità.
  • Un nuovo intrigo pronto e servito per Giulio Fantini. Stavolta, oltre a tentare di districarsi nella propria complessa sfera sentimentale, dovrà scoprire l’omicida dell’abbiente professore di matematica, oramai in pensione, Loris Rivoliotti freddato nel suo appartamento in pieno centro. Molti i misteri che avvolgono l’esistenza di questo romagnolo il cui anagramma è Tiritillo Viroso, soprannome con cui è più conosciuto in città. Trasferitosi in Abruzzo per lavoro, è costantemente accompagnato a belle donne e mantiene un tenore di vita ben al di sopra delle sue possibilità. Anche il vicequestore Astolfi non se la sta passando bene, impegnata com’è in problemi personali che assillano e molestano la sua serenità. Non sarà facile, ma anche stavolta con la sagacia che lo caratterizza, c’è da scommetterci che il nostro farmacista farà di tutto per venire a capo dell’enigma.
  • Suoni, musiche, giochi di parole, paesaggi e profumi, contornati da aneddoti e metafore, portano l’autore a ripercorrere la sua vita e soprattutto la vita di un caro amico dotato di valori fisici e mentali straordinariamente fuori dal comune e partendo da queste rare doti, decide di prendere e apprendere tutto il bene che ne viene scaturito. I due amici condividono, non solo la quotidianità della città abruzzese dove vivono, ma anche tante attività sportive, una su tutte, l’atletica. Fanno da cornice persone, personaggi e figli del mondo, che si susseguono in un racconto di vita vissuta, come tessere di un grande puzzle. Pezzo dopo pezzo, ogni tassello trova il suo posto e il risultato finale sarà un mosaico di esperienza e di vita, di ricordo e di speranza, che avrà come epilogo un invito finale.
  • Dora, ormai anziana, ricostruisce la memoria della propria famiglia, dalla quale è stata allontanata bambina, unendo i propri ricordi con quelli di una amica della fanciullezza, ritrovata dopo anni di separazione. Narrando e ricostruendo, sono cancellati i luoghi comuni, e affiora la propria diversità e non ciò che avrebbero dovuto essere la sua vita, il sentire e il comportarsi suo nonché delle sorelle, delle cugine, della madre all’inizio del Novecento. Dora ricostruisce, con la narrazione, gli ardori, le passioni, i tabù infranti, i conformismi rigettati, gli scandali e comprende di essere parte di un mondo femminile che con determinazione e volontà è riuscito a stare in equilibrio tra i modelli sociali imposti e le proprie scelte. Donne che hanno fatto sentire la loro voce, tenue ma ferma, e imposto le loro identità, anche dirompenti, senza scomporsi né rassegnarsi. Data di pubblicazione: aprile 2024.
  • I meccanismi “crisi/risanamento” del sistema bancario italiano dall’800 ad oggi analizzati in chiave storica, tra similitudini, drammi sociali ed il sacrificio programmato – spesso attuato con la guerra – dei cittadini e del tessuto produttivo del paese in favore di grandi gruppi sovranazionali. Perché lo Stato salva le banche in crisi? e perché queste vanno in crisi così spesso? Perché siamo noi che andiamo a prendere i migranti in mare aperto? Ed infine, perché scoppiano le guerre? Crisi finanziarie globali, guerra ed immigrazione appaiono parte di un ciclo entropico, apparentemente ineludibile, alimentato dal sottile filo dell’informazione che diventa strumento nelle mani di chi controlla i bisogni individuali, i comportamenti politici, le scelte degli Stati.  
  • Venezia e Milano, luoghi magici, dove questa storia si dipana come un gomitolo di lana, grazie a Nadia, la voce narrante del romanzo, complici la fisica e l’astronomia, materie apprese al liceo e mai dimenticate. Un prologo misterioso che si svela a sorpresa solo nell’epilogo finale. La particella sconosciuta e la materia oscura diventano metafore appropriate allo svolgersi di un’esistenza complessa, con grandi difficoltà da superare. Infatti la storia diventa un intricato caso poliziesco, dove spiccano le sorprendenti azioni del commissario Giovanni Bellomo. Nadia è forte e coraggiosa, vive nella speranza di un tempo migliore e crede nella forza del cambiamento spesso portatore di grandi opportunità.
  • Dei Santi Anna e Gioacchino non c’è traccia nel Vangelo. Di loro si parla solo negli apocrifi e in altri testi medievali. Mantenendo come traccia tali scritti e soprattutto con lo sguardo rivolto agli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, l’Autore arricchisce la trama del racconto, immaginando episodi compatibili con la narrazione, il contesto e la natura dei protagonisti. La sua attenzione è rivolta a scrutare l’anima di tutti i “personaggi”, in particolare quella di Anna e si interroga sul rapporto madre-figlia di fronte alla Annunciazione di Maria. La donna, ormai in età assai avanzata ripercorre, in prima persona, le tappe salienti della sua vita ed affida alle pagine della pergamena il suo stupore per il misterioso disegno della sua vita.
  • Si piange e si ride con Odorisio, in questa raccolta di racconti a tratti esilarante, a tratti commovente, soprattutto trasgressiva, fuori da ogni regola, ma lui se ne frega, è irriverente questo regista, sceneggiatore, scrittore, ma soprattutto uomo. Ed è proprio la sua umanità che emerge tra le righe dissacranti di questo scritto. Non fa sconti, non scrive per compiacerci, scrive per raccontarci la verità, in una scorribanda divertita e spietata. E poi quella donna, la Moglie del Capitano... Una verità, la sua verità, di un mondo che sembra si possa toccare, sentirne i sapori, gli odori, la musica, tutto sembra vivo intorno a noi, dentro di noi. Le fantasie dell’io narrante sono le nostre stesse fantasie, anche le più vergognose. Solo che lui ha avuto il coraggio di raccontarle, addirittura di scriverle. Ha esagerato? Sì, probabilmente sì! Ma lui è Odorisio, lui può! E noi? Noi possiamo leggerlo. E ritrovare noi stessi. E alla Moglie del Capitano piaceva fare l’amore...
  • Può un amore durare nel tempo e nello spazio? Può mantenere fedele la promessa di eternità? Il romanzo ci immerge, con garbo e lucidità narrativa, nel mondo di Mia, protagonista insieme a Marcello di una storia d’amore vissuta di attimi fugaci, passionali e teneri. La fuga dal contingente, beata e felice riporterà, ben presto gli amanti a dover fare i conti con una realtà ben più complessa ed articolata di un sentimento forte e appassionante come l’amore. Quando Mia comprenderà che il legame è impossibile nascerà in lei una profonda conflittualità emotiva, divisa fra il desiderio di una relazione stabile irrealizzabile e la volontà di volerla, comunque, vivere come tale. È un viaggio introspettivo nel quale Mia affronterà, fra numerosi dubbi e incertezze, il grande amore della sua vita fatto di assenze che pesano, di desideri e aspettative mal riposte. Non le basterà il multiverso creato da Marcello nel quale convivere serenamente, spensierati, innamorati e svincolati da condizionamenti e retaggi sociali che ne possano, in qualche modo, limitare la felicità. Questo sarà il suo viaggio più difficile, quello dell’anima alla ricerca di sé stessa.
  • Sono storie di vita, vissute a diverse latitudini, diverse età, diverse temperature. Il rispetto dovuto ad ognuna di queste, il non voler dimenticare nessuno, il voler incidere il dolore di ogni migrante sul soporifero e ovattato ego cosciente di noi “megliostanti”, fa sì che venga fuori una storia di testimonianze crude, e scevre da contorni narrativi baroccheggianti e narcisistici. Il denominatore comune è la costante ricerca di una migliore condizione economica, ma fra dissensi etici e ideologici l’unica vera costante è la morte, fedele compagna di sempre la cui insaziabile voracità è lo spettro inscrollabile di qualsiasi proiezione futura. L’amore è la chiave che squarcia il buio e apre al futuro, e l’integrazione ne è sicuramente un collante che agevola molti di questi sviluppi.

Titolo

Torna in cima