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  • Tra ottobre 2019 e marzo 2020 Claudio Di Scanno accetta l’invito della Associazione Teatrale Pretalucente di realizzare a Gessopalena, un piccolo centro di circa 1300 abitanti in provincia di Chieti, un progetto di laboratorio che sia orientato alla realizzazione di uno spettacolo e che coinvolga, oltre agli attori della associazione, diversi cittadini del paese desiderosi di una esperienza teatrale. Motivato dal ricordo delle esperienze di regia della sacra rappresentazione della passione, evento tradizionale che a Gessopalena ha una storia di oltre 50 anni, maturate nel 2012 e nel 2018, e soprattutto dalle relazioni umane innescatesi con gli abitanti, il regista abruzzese decide di accettare l’invito per la realizzazione di un progetto teatrale con attori non professionisti, alcuni con delle esperienze amatoriali, molti altri privi di una qualsiasi preparazione. La richiesta è precisa: un progetto sulla shoah. Ignaro della grande partecipazione che la proposta avrebbe riscontrato, si conviene che il testo di partenza prescelto sarebbe stato processo a Dio di Stefano Massini. Il processo a Dio di Gessopalena avrebbe visto la luce il 29 febbraio 2020 al teatro comunale “Gennaro Finamore” di Gessopalena e avrebbe stimolato nel regista abruzzese una riflessione sulla esperienza di un “teatro comunitario” capace di riallacciare alcuni fili del suo lungo percorso artistico.
  • La più incantevole e desiderabile di tutte le creature che abitano il firmamento porta il nome di una stella, anzi di due: è Mesarthim l’Arietide, musicista e cantastorie. Non ha sesso né età, esiste da sempre, si sposta incessantemente da un pianeta all’altro girando per le corti e per le piazze aliene senza fermarsi mai troppo a lungo nello stesso luogo. D’aspetto magnifico e di talento eccelso, ma dal carattere altezzoso e vendicativo, con la sua musica è capace di sedurre genti d’ogni dove, di commuovere tiranni capricciosi, di punire sfrontati detrattori e liberare civiltà oppresse. Ma più di tutto è la nostalgia di una casa mai vista che l'induce a rimettersi in viaggio nel perenne desiderio di trovarsi altrove, alla ricerca di un posto al quale finalmente appartenere – una ricerca che Mesarthim porterà avanti con testardaggine, a qualsiasi prezzo.
  • Volete venire in giro per il mondo insieme a me? Scopriremo posti meravigliosi e i loro abitanti. Prenderemo aerei, navi, treni, ogni tipo di mezzo, comprese le nostre zampette. Vi va di camminare un pochino? Ne varrà sicuramente la pena! Percorreremo i continenti in lungo e in largo, alla scoperta delle più grandi città del mondo, ma anche di quei posticini nascosti, che custodiscono la loro bellezza lontano dalla confusione delle grandi metropoli. Andiamo, non perdiamo altro tempo, il viaggio è lungo!
  • Solo grazie

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    Dal 5 aprile 2014 una gioia grande invade il mio cuore e quello dei miei familiari. Una gioia che mi incita a percorrere la strada indicatami da don Danilo Belotti, ossia quella di mettere su carta, per quanto è possibile, gli eventi che stanno “rinnovando” la mia vita. Voglio urlare al mondo la mia gioia. Il 5 aprile 2014 ho visto mio figlio Evan volare nel Cielo e raggiungere il Paradiso. Non sono una scrittrice, sono solo una mamma che attraverso queste righe vuole raccontare un’esperienza meravigliosa di cui Dio le ha fatto dono. [...] Questo testo si presenta come un insieme di ricordi, testimonianze, episodi, poesie, frasi, segni e simboli, un insieme di pezzi che compongono la storia mia e di Evan.
  • Il pianeta Etrar, suddiviso in dieci Regni, è sotto il dominio dell’Imperatore Nero, che ha ucciso il legittimo Sovrano assoggettando tutti i popoli e le razze per ventisei lunghi anni. Ma Solo, insieme a un gruppo di temerari compagni, decide un giorno di dare avvio alla ribellione, per donare speranza e libertà a tutti gli abitanti di Etrar. Nel X Segreto le vicende di Solo e del X Ordine si sono fermate con la conoscenza dell’enigmatico Ergit lo Gnomo. Continua in questo secondo romanzo il viaggio del variegato gruppo per liberare i Regni e conquistare le Maschere dei Re. Indovinelli, battaglie, inganni, rivelazioni, viaggi e avventure le vite sempre più porre fine al regno di terrore e morte dell’Imperatore Nero.
  • “L’abrogazione dell’amore”, portando alle estreme conseguenze i germi esistenti nella società italiana contemporanea e riprendendo episodi fondanti della nostra storia, prova a riflettere sul tema dell’amore da un punto di vista inedito. Ne emerge un’Italia futuristica e farsesca in cui la forma prevale sulla sostanza e dove qualsiasi legge, anche la più ingiusta, può essere ammessa per il sol fatto di essere stata emanata attraverso procedimenti leciti. Se le persone abdicano alla propria capacità di pensiero e alla libertà di scelta, se la Legge voluta dalla maggioranza prevale sul Diritto, inteso come insieme di principi irrinunciabili di civiltà, allora anche le conquiste dell’umanità possono andare perdute. E la “legge che cancella l’amore” può divenire il campo di battaglia per una guerra civile.
  • L’Inferno è una parola che descrive da sola il contenuto di questo libro: l’autrice, infatti, narra l’Inferno così come lo ha vissuto insieme al figlio David, affetto da sindrome di Asperger. L’autrice vive a stretto contatto con David, finito all’inferno senza capirne il motivo e lo segue passo per passo, insegnandogli a sopravvivere e a resistere, cercando, nel frattempo, una via di fuga, la verità e la salvezza. Con forte amore materno, nonostante tutto il tempo trascorso in una situazione di forte emarginazione, l’autrice riesce finalmente a fuggire da quell’inferno e a portare il figlio in salvo, offrendogli una scialuppa per navigare in mare aperto, verso la sua vita
  • In un percorso che si snoda lungo i tracciati antichi e contemporanei della nostra penisola, si dipanano e si dispiegano i racconti, eterogenei per stile e contenuto, raccolti in “Il tempo, gli uomini, le cose”: uno spaccato singolare e quanto mai variegato di un’Italia passata, presente e futura, scrigno di sentimenti, emozioni, fatti storici, storie picco- le e grandi, reali e inventate. Il riferimento all’Italia, benché sempre presente, diventa il più delle volte solo il pretesto, l’occasione, il trampolino di lancio per narrare, per avventurarsi nei meandri di una parola che vuole farsi, a seconda dei casi, testimonianza, vento buono, pietra d’inciampo, denuncia o speranza. Segno. Piccolo baluardo che si opponga e resista al crudele, ma inevitabile, fluire del tempo, alla fragilità della vita, al dilagante nulla che ci circonda. Una parola, quindi, che dà voce alle più complesse e sfaccettate inquietudini emotive dell’uomo, soffermandosi e affacciandosi sui paesaggi interiori oltre a fluttuare sulle coordinate spazio-temporali di una mappa territoriale frastagliata, policroma e bellissima. In ogni modo ciascun racconto, partendo dal micro-orizzonte in cui è situato, indagando nei ripiegamenti esistenziali e intimi dei personaggi, diviene specchio e paradigma del proprio tempo, lasciando emergere in particolare l’umanità profonda e screziata delle storie, sospese tra memoria e nostalgia, tra ironia e disillusione, tra sogno e poesia. Ventinove autori sono stati selezionati in quest’antologia, frutto della prima edizione del Premio di selezione editoriale per inediti “Racconti tricolore”, ideato e organizzato dall’agenzia Scribo; ventinove scrittori che si sono cimentati con il genere del racconto breve e che hanno deciso di sfiorare e accarezzare nelle loro narrazioni i calchi antichi o più recenti di una storia comune, che si disperde nei mille imprevedibili rivoli degli eventi minori, minimi, qualche volta perduti o dimenticati, e dei moti interiori, umani. L’Italia funge qui da ampio contesto. È una scenografia che accoglie, facendosene testimone, circostanze eterogenee e diversissime. Il Bel Paese si trasforma in un teatro dei vizi e delle virtù, della meraviglia e del disincanto, della pervicacia e della resa. Gli autori antologizzati nella presente pubblicazione sono: Antonio Albanese, Salvatore Luciano Bonventre, Andrea Carloni, Stefano Carnicelli, Pablo Cerini, Adriana De Leonardis, Fabiano Di Campli, Giovanni Di Guglielmo, Luca Dragani, Irene Giancristofaro, Irene Giuffrida, Libera Iannetta, Antonio Laurino, Giorgio Lupo, Giovanni Marangio, Marilisa Munari, Umberto Nasuti, Tommaso Nidasio, Sara Palladini, Milena Privitera, Vanessa Quarantacinque, Valerio Ruggieri, Maria Scerrato, Dante Troilo, Amelia Va- lentini, Sandra Vannicola, Maria Pia Vittorini, Cristian Zulli, Giusi Zulli Marcucci.
  • La bambina e i samurai brasiliani: una saga migratoria presenta un resoconto in cui la famiglia dell’autrice è protagonista di numerose avventure migratorie, che hanno avuto il Brasile come destinazione. Il libro racconta la saga degli immigrati italiani e giapponesi che si sono incontrati nella città di San Paolo, le cui strade e storie si sono incrociate, svolgendosi in diverse generazioni fino all’arrivo dei nipoti dell’autrice, frutto della mescolanza di etnie e culture molto comune in Brasile. Il saggio affronta la formazione di diverse diaspore migratorie in vari momenti storici, legati alla fine del XIX secolo, a tutto il XX secolo e all’inizio del XXI secolo. Questo testo, attraverso la storia, la geografia, l’economia, la politica e il diritto, consente poi di ripercorrere la storia del Brasile e tutti i momenti cruciali che i brasiliani hanno vissuto, mostrando come una nazione che ha ricevuto molti immigrati ora è diventata un paese da cui molti partono alla ricerca di nuovi orizzonti. Mostra anche il ritardo nella mescolanza tra immigrati e brasiliani, l’importanza del matrimonio nelle famiglie degli immigrati, la difficoltà di ritornare al paese d’origine, il valore della famiglia, dell’educazione come via di crescita sociale ed economica, per non parlare dell’efficienza del Brasile nel forgiare la sua “brasilianità”. In un contesto storico più ampio, questo saggio storico-sociale tratta di un tema che coinvolge confini e Stati nazionali, le cui funzioni sono in costante cambiamento in questo mondo globalizzato. Sebbene la migrazione della popolazione su scala globale sia stata considerata una minaccia per la sicurezza degli Stati nazionali negli ultimi decenni, questo documento mostra quanto siano positivi i cambiamenti culturali, sociali ed economici derivanti dai processi migratori.
  • Centouno balli letterari dal sedicesimo secolo a oggi, balli famosi come il reel di Orgoglio e pregiudizio o i valzer di Anna Karenina e de Il Gattopardo, balli divertenti come I viaggi di Gulliver e Moby Dick, crudeli come La signora delle camelie, infelici come Madame Bovary e Tonio Kröger. E ancora balli appassionati, sensuali, rituali, popolari, teatrali, in versi, in maschera, balli mancati, danze macabre e demoniache, mazurche, polche, samba, tango, flamenco e paso doble, perché la fantasia degli scrittori è pari a quella dei ballerini. Un invito alla lettura e... ad alcune tra le feste più famose della letteratura. Il diritto d’autore di questo libro verrà interamente devoluto all’Associazione “Mi fido di te” che si occupa di animali in difficoltà.
  • “Non è poi così diversa la vita quando si lotta in ciniche metropoli e ci si perde senza via d’uscita” Cosa accadrebbe se il mondo finisse all’improvviso? Ad attendere il poeta non ci sarebbe più l’inferno medievale di Dante, ma una trafficata megalopoli di oggi dove vivono, fianco a fianco, le anime dei morti e i diavoli. E chi l’avrà vinta nello scontro decisivo tra Lucifero e Dio? Con la guida di Giovanni l’Evangelista e l’aiuto di Brahma, un barboncino parlante, il poeta racconta l’avventura di un’apocalisse contemporanea, tra Santi, personaggi storici, della politica, dell’economia e dello spettacolo. Un assurdo viaggio a Dite, la città dei peccatori, in cui il presente si mischia al passato, e viceversa, nel giorno in cui si rivela il destino finale dell’umanità.
  • La cattedrale di S. Tommaso Apostolo, la piazza antistante, sede del mercato cittadino, Corso Matteotti con i suoi palazzi più importati, il Castello con la sua monumentalità e la sua imponenza, l’Orientale, il Palazzo Farnese, la piazzetta del pesce e la Piazza Plebiscito con il fossato verso il nord, racchiudono come in un abbraccio, nel loro insieme, la realtà del quartiere storico originale della Città di Ortona. All’interno di questo “abbraccio” permanevano tracce significative che avevano formato le abitudini e i costumi caratteristici locali. In questo ambito hanno trovato spazio senza interferire negativamente, ma integrandosi fra di loro in modo emblematico, le attività storiche della Città di Ortona. Quando si percorre la Via dei Pescatori, chi è capace di lasciarsi andare alla sensibilità, sente ancora le tipiche frasi dei pescatori, il loro vociare forte e diretto, che rimaneva lontano ed avulso dalla signorilità di chi abitava sul Corso Matteotti o sulla Piazza. C’era nel quartiere una realtà urbanistica dei naviganti, dove le loro famiglie, guardando l’orizzonte mutevole dall’Orientale, potevano vedere la lontananza dei loro cari. La forte presenza della realtà contadina si era ricavata il suo spazio funzionale, le loro case tipiche avevano negli ingressi il posto dove commerciare giornalmente i prodotti della terra, le bottigliette con il vino appese all’esterno erano un richiamo esplicito. Anche i commercianti avevano la loro rilevante e significativa presenza che da Palazzo Farnese a Piazza Plebiscito custodivano il margine sud del quartiere. Gli artigiani con le loro attività rappresentavano una forza vitale, la maestria incontestata di personaggi notati di evidenti capacità ha formato generazioni di professionisti. Gli artisti poi, avevano una presenza diffusa e significativa con una funzione di collante dell’intero Quartiere che viveva intorno e della presenza forte e unica della Cattedrale di S. Tommaso Apostolo. La sfortuna volle che il fronte bellico con la sua mortale distruzione soffermò il suo alito su quella delicata ma indimenticata realtà. Maledetta Guerra!
  • Il presente lavoro ha lo scopo di incrementare in ambito sociale le conoscenze e le informazioni relative alle patologie osteo-articolari, come l’artrosi e l’osteoporosi, malattie endemiche per quanto riguarda il tessuto osseo. La maggior parte delle persone conosce il problema solo attraverso un’esperienza personale o il racconto di un parente o un amico. Viene sottovalutato, per l’appunto, il ruolo della prevenzione mediante il trattamento posturale terapico, lo stile di vita quotidiano, dalla sfera alimentare alla condotta lavorativa fino allo svolgimento di attività motorie corrette e non fallaci. L’artrosi e l’osteoporosi, patologie trattate nel libro in questione, sono piuttosto comuni, in ambo i sessi (l’osteoporosi preferisce il sesso femminile) e in tutte le etnie; quello che è meno comune è la tipologia del trattamento di tali malattie, dalla terapia medica a quella posturoterapica. Nel compendio le due patologie che attanagliano il nostro corpo sono illustrate e messe a confronto, analizzandone analogie e differenze; dalla descrizione etimologica al racconto storico della scoperta e dei protagonisti che ne hanno delineato i primi casi, dall’eziologia alla fisiopatologia sino ad arrivare alla fisioterapia motoria per trattare e tamponare tali entità morbose, disaminando dettagli e aneddoti peculiari. Lo scopo primario è quello di maggiorare il flusso di informazioni al popolo per evitare che tali malattie possano nel corso degli anni incalzare sempre di più per via di una prevenzione assente o mal gestita.
  • Luciano Odorisio prende il tempo, beffardo e crudele, e lo ferma qui, sotto i nostri occhi, in queste pagine, come il fotogramma di un film. E ce lo racconta con fine sguardo cinematografico, lui che alla settima arte ha dedicato gran parte della sua vita. Con uno stile musicale e piacevolmente “sghembo”, ci trasporta dentro un mondo bizzarro, popolato (soprattutto nella prima parte del libro) da bandidos, cowboys poco credibili, cavalli impazziti avvolti da polvere e fango, ’mbriachi, gnoccolone con cosce e sise eccessive e registi eccentrici. Interessanti aneddoti cinematografici finiscono sempre per incrociare i ricordi della sua infanzia, comici quanto commoventi. Incontriamo personaggi singolari, macchiette che racchiudono l’anima schietta e verace della vita di provincia, protagonisti di una commedia abruzzese tutta da ridere. E ancora, figure da neorealismo accuratamente descritte, catapultate in contesti immaginari: verità e illusione s’incontrano in un gioco difficile da decifrare, ma che importa, il bello è proprio questo sconfinare nell’onirico, come accade nell’ultimo racconto, Calda Notte. Nove racconti dove l’autore cerca di dare spessore al ricordo, dilatandolo, cercando di restituire intensità a ciò che nella memoria sbiadisce. Non si può dimenticare. Se si dimentica si muore.

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