• Dora, ormai anziana, ricostruisce la memoria della propria famiglia, dalla quale è stata allontanata bambina, unendo i propri ricordi con quelli di una amica della fanciullezza, ritrovata dopo anni di separazione. Narrando e ricostruendo, sono cancellati i luoghi comuni, e affiora la propria diversità e non ciò che avrebbero dovuto essere la sua vita, il sentire e il comportarsi suo nonché delle sorelle, delle cugine, della madre all’inizio del Novecento. Dora ricostruisce, con la narrazione, gli ardori, le passioni, i tabù infranti, i conformismi rigettati, gli scandali e comprende di essere parte di un mondo femminile che con determinazione e volontà è riuscito a stare in equilibrio tra i modelli sociali imposti e le proprie scelte. Donne che hanno fatto sentire la loro voce, tenue ma ferma, e imposto le loro identità, anche dirompenti, senza scomporsi né rassegnarsi.
  • Siamo alla fine degli anni venti del Novecento, la crisi economica importata dagli USA e l’ombra delle dittature investono l’Europa. Letizia, fuggita da un piccolo paese, con la figlia diciottenne Dora, la protagonista del romanzo, raggiunge gli altri figli a Roma da molti anni e che nella città hanno studiato e ora lavorano. Sono però pur sempre poco più che ragazzi, appartenenti alla media borghesia romana, e desiderano vivere appieno la vita della capitale e la propria gioventù, fino a quando la repressione della dittatura e la guerra non travolge loro e i loro amici. Alcuni sono socialisti, altri hanno aderito alle idee comuniste, ma gli ideali e i sogni si infrangono contro l’ideologia che è diventata dominante in Italia. Fulcro centrale di questo tratto della narrazione della famiglia Congiunti è Dora, ormai donna.
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