Luciano Odorisio prende il tempo, beffardo e crudele, e lo ferma qui, sotto i nostri occhi, in queste pagine, come il fotogramma di un film. E ce lo racconta con fine sguardo cinematografico, lui che alla settima arte ha dedicato gran parte della sua vita. Con uno stile musicale e piacevolmente “sghembo”, ci trasporta dentro un mondo bizzarro, popolato (soprattutto nella prima parte del libro) da bandidos, cowboys poco credibili, cavalli impazziti avvolti da polvere e fango, ’mbriachi, gnoccolone con cosce e sise eccessive e registi eccentrici. Interessanti aneddoti cinematografici finiscono sempre per incrociare i ricordi della sua infanzia, comici quanto commoventi. Incontriamo personaggi singolari, macchiette che racchiudono l’anima schietta e verace della vita di provincia, protagonisti di una commedia abruzzese tutta da ridere. E ancora, figure da neorealismo accuratamente descritte, catapultate in contesti immaginari: verità e illusione s’incontrano in un gioco difficile da decifrare, ma che importa, il bello è proprio questo sconfinare nell’onirico, come accade nell’ultimo racconto, Calda Notte. Nove racconti dove l’autore cerca di dare spessore al ricordo, dilatandolo, cercando di restituire intensità a ciò che nella memoria sbiadisce.
Non si può dimenticare. Se si dimentica si muore.