Rumore di carta

  • Arrivati all’altezza del Silven Light Bridge, nel breve tratto in cui i convogli del metrò riemergono sopra il suolo, mi incantai a vedere la città nuda che era la scenografia della mia vita. Migliaia di luci accese, le insegne scintillanti, le vetrate degli uffici ancora pieni di gente, i cantieri con le gru che gareggiavano in altezza coi grattacieli pazzi di vita... Eppure, tutte queste cose insieme non riuscivano a scalfire il fascino sordido di una città che non mostrava la sua vera anima, che affogava nei colori e annegava in una esibita sazietà la sua oscura disperazione. “Chissà”, pensavo, “cosa sta accadendo in questo preciso momento all’interno di quelle mura o al buio dei cortili, nei mille vicoli coi loro tombini putrefatti di sangue e di menzogna...”
  • Giovanni Berti è un giornalista sportivo affermato a livello nazionale, un giorno riceve l’incarico di scrivere un pezzo sulla finale di calcio amatoriale tra una squadra sconosciuta di montanari e una squadra blasonata. Da prima rifiuta offeso, ma poi prende a pretesto l’incarico per tornare a visitare i luoghi della sua infanzia abruzzese. Questa opportunità gli farà conoscere il calcio vero, quello fatto di polvere e sudore, di fatica e dolori, di trascorsi di vita di calciatori “imbranati, maldestri e zoppi” che lottano per la vittoria facendo leva sull’amicizia e il rispetto. Questa esperienza gli cambierà la vita.
  • Tutto è cominciato prima...la storia si riferisce a qualcosa che è già accaduto, ma non tutti lo sanno. Meer è un piccolo borgo che si affaccia sul mare e quando una persona nasce il suo nome viene scritto sulla sabbia. Quando muore viene cancellato dalle onde del mare. Quattro fratelli: Olivia, Grace, Levi e Nathan, ognuno con passioni differenti e molto legati tra loro, conoscevano bene il loro mare, ma una brutta notizia li portò a notare quello che non avevano mai visto fino ad allora. In TV annunciarono la misteriosa scomparsa di alcuni ragazzi. Nonostante i problemi e i pericoli che sapevano di dover affrontare decisero di avventurarsi alla ricerca dei giovani scomparsi, senza dire nulla a nessuno. Vicino gli scogli scoprirono una zona ancora inesplorata, una grotta che pareva coperta da un sottile velo d’acqua. Una volta oltre la grotta, tutto sembrava uguale al loro mondo, almeno all’apparenza...
  • “In questa raccolta di racconti brevi, lo scrittore ortonese Attilio Alessandro Ortolano (Lanciano, 1993) esplora le idiosincrasie e le assurdità della vita contemporanea, le profondità dell’animo umano e la difficoltà di essere fragili. I suoi personaggi incarnano diverse condizioni dell’individuo; ricercano l’autenticità in un mondo sclerotizzato dalle consuetudini e dalla ricerca della speranza. I racconti “Anima e topi”, “Aspettami nel futuro, se possibile”, “Il peso dell’artista” e gli altri evidenziano una continua tensione alla ricerca di una verità per la quale il prezzo da pagare diventa una intima inadeguatezza, che tuttavia i protagonisti combattono con la grazia di chi cerca di mantenere intatta almeno la propria luce. In calce, alcune lettere dal futuro, scritte dai personaggi del suo ultimo romanzo, Ossigeno (Edizioni Augh, 2020)”.
  • Trascurabili tracce di vita è un romanzo breve che mescola vicende di vari personaggi coinvolti in un terribile incidente stradale a Selva Adriatica, una fantomatica città del centro Italia. Sono vite a perdere, spesso drammatiche, o meglio, come recita il titolo del libro, sono trascurabili tracce di vita che compongono un affresco crudo, ma al tempo stesso surreale e delirante, della difficoltà dell’esistenza nella società attuale. Sono L’ambiguità, la doppiezza del comportamento, la violenza psicologica a dominare sotterraneamente ogni azione dei vari protagonisti. È spesso la musica pop anni 70 e 80 a trascinare ciascuno in mondi paralleli strani e inquietanti, per compensare le carenze affettive di ogni protagonista o per rendere più accettabili le proprie insoddisfazioni. Lucarini ci fa annegare nel suo universo tragicomico, atroce e surreale al tempo stesso, facendoci spesso perdere riferimenti spazio temporali certi.

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